Un giorno uggioso di particolare insoddisfazione decidi di procedere al classico bilancino a-cosa-sono-arrivata rispetto ai sogni di ragazzina.
No, non sono diventata un’ASTRONAUTA.
L’unico viaggio nell’etere che sono riuscita a fare è quello nella mia testa, e non è che sia andato tanto male… fantasia ne ho a strafottere.
No, neanche una BALLERINA.
Quel sogno è stato accantonato subito, quando a 13 anni sono sbucate fuori delle tette assurde, e comunque anche qui non è che sia andata tanto male. Un bel décolleté trova sempre la sua ragione di esistere. E poi diciamolo, non ero neanche sto fenomeno.
No, purtroppo non sono una CANTANTE.
Ecco, questo sì che è un problema, per me. Io mi sento cantante dentro, immagino anche le performance nella mia testa, con tanto di palco e di pubblico che applaude e si strappa i capelli. Tra l’altro spazio dallo swing al rock, trasversale insomma. Sono proprio brava, nel mio mondo immaginario.
E invece sono davanti a un computer, tutto il giorno, tutti i santi giorni lavorativi dell’anno.
Non dico che ognuno di noi debba realizzare effettivamente i desiderata di secoli prima, ma quantomeno una connessione – una cacchio di connessione – con le attitudini personali e le aspirazioni ci deve essere?
Io ho studiato, perché così si voleva. E quindi sono finita a fare quello che molti laureati nelle scienze sociali fanno. Produco carta, l’utilità della mia attività è difficilmente tangibile (anche a me spesso sfugge il senso). E non so fare molto altro.
Non so cucinare, non so dipingere, non so aggiustare un lavandino rotto o fare un’operazione a cuore aperto. Non ho lo stacco di coscia per fare la velina attempata. Non so neanche fare lavori manuali basici.
Come se non bastasse sono low-tech, per aprire questo blog ci ho messo 2 giorni quando il titolo recita “Lo apri in 5 minuti” (dovrebbero mettere una postilla “a patto che tu sia dotato di media capacità digitale”, anzi ve lo suggerisco proprio. Mettete un range di tempo, così da non illudere i poveracci come me. “Dai 5 minuti per i normali ai 2 gg per i ritardati”, slogan molto efficace e politically correct).
Dato il mio elevato tasso di melodrammaticità forse potrei essere un’eccellente attrice di teatro.
So fare, in ordine sparso: stare in mezzo alla gente, crogiolarmi per ore pensando all’infinito e niente più, mediare, ascoltare, ridere. Ridere a crepapelle.
Sento già la vocina della mia amica:
E allora, gioiamia, che vuoi fare mai? Niente sai fare.
Ha ragione. Ché poi qui a Roma una famiglia, con un solo stipendio, mica ci campa.
A proposito di musica, ultimamente ascolto spesso questa canzone:
Che ne pensi?
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La ascolto questa sera e ti faccio sapere! Non prima di aver curiosato nel tuo blog e aver capito come funziona questo wordpress.
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Attendo tue notizie allora! E ovviamente, nel mio blog sei sempre la benvenuta. Buon ascolto! 🙂
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tu metti nero su bianco i miei pensieri e credo quelli della maggior parte di noi poveri incarcerati in ufficio! Daje continua così, io intanto caaaaantooooo 🎉
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