Piccoli grandi episodi di vita vissuta, da me medesima o da amiche sull’orlo di una crisi di nervi.
Esserne le protagoniste, assistervi inerti o semplicemente ascoltarne i racconti può provocare effetti collaterali quali orticaria, senso di fastidio, balbuzie, moti interni di ribellione, annebbiamento della vista. Il proattivo distacco da alcuni cliché raramente menzogneri [non sia mai funzionasse] è il nostro presidio medico-chirurgico.
N.B.[MiRaccomandoTuttoD’unFiato] Leggere attentamente il foglietto illustrativo, non somministrare al di sotto dei 27 anni [non capirebbero]; se il problema persiste, consultare lo psicologo [ma uno bravo eh].
Ecco esempi lampanti delle nostre pulsioni autodistruttive:
- Dire di no in alcune situazioni, anche se vorremmo dire di sì.
Perché, di grazia? Forse abbiamo ascendenze indiane che ci fanno scuotere la testa da sinistra a destra anche quando intendiamo annuire? E non mi riferisco solo a quando dentro di noi fuma tutto, il nostro viso è una maschera e ci sta per partire un embolo ma pronunciamo il classico «Niente, non ho niente», lapidario.
Intendo anche situazioni che ci piacciono assai, in cui ci comportiamo da esponenti apicali del PMA (Partito Mondiale Autolesionisti). Un esempio per tutti: occhi negli occhi, lingua nella lingua, peli del corpo dritti per l’eccitazione, un fuoco dentro che potrebbe scaldare i barboni di mezza America e un «No, meglio di no», pronunciato a mezz’aria non si sa bene per quale ragione. Continua a leggere