Ogni giorno a Roma, quando sorge il sole, una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre e inventarsi i draghi o altrimenti soccomberà. Specie se piove.
Nello specifico se questa gazzella [che poi tanto gazzella non è] accidentalmente è di prole + passeggino munita, bisogna che abbia coscienza che passerà un gran brutto momento.
Potrà affannarsi quanto vuole nel cercare di reperire un taxi, attaccarsi di gran lena a quel benedetto telefono neanche la chiamata fosse indirizzata a un fidanzato fedifrago da prendere urgentemente a male-parole.. a Roma quando butta H2O non ci sono vetture disponibili.
Potrà tentare sotto il tintinnìo dell’acqua di raggiungere la più vicina postazione macchine, ma in cuor suo sa già che troverà solo parcheggi vuoti e nessuna carrozza bianca ad attenderla.
Allora potrà aspettare l’autobus come un Paese civile consentirebbe, speranzosamente felice di avere ancora un piano B. E quarto d’ora dopo quarto d’ora le si pareranno dinanzi mezzi pubblici in cui non entrerebbe neanche Kate Moss, figuriamoci la di lei figura accompagnata da 4 ruote motrici.
Le passa per un attimo l’idea di buttarsi in mezzo la strada sperando di impietosire qualche malcapitato guidatore, ma poi rinsavisce ricordandosi che sarebbe comunque vano perché lavora in una zona ZTL [‘tacci sua]. A questo punto è consapevole di essere dinanzi a un bivio: tornare sconsolata indietro e bruciarsi un giorno di ferie – decisione amara, ma decisamente saggia – ovvero avventurarsi sotto la pioggia battente [perché nel mentre la situazione metereologica è decisamente peggiorata, culo] con il piccolo che inizia a dare segnali di cedimento. E da vera incosciente opta per la seconda.
La gazzella potrà anche camminare assai veloce [concedendosi di imprecare a gran voce contro Giove Pluvio] e percorrere i 3 km tentando di emulare Usain Bolt, ma non dovrà poi lamentarsi se alla sera:
– il cucciolo di uomo, seppur rintanato nel suo parapioggia, avrà la broncopolmonite;
– lei avrà perso la patria potestà grazie ai passanti, sprezzanti ed esterrefatti, che hanno chiamato la polizia in un moto di solidarietà alla creatura.
La gazzella incosciente e pazza, comunque, a fine giornata – sempre se non farà una brutta fine [c’è ancora il ritorno da percorrere, sigh] – propone l’adozione di un adagio:
Quando il cielo PIANGE, il romano SINGHIOZZA: La città fa ACQUA.