Lavorare, lavorare veramente. Concentrata, attivando tutti i neuroni a disposizione, senza guardare l’orologio. Senza l’ansia di doversi precipitare a fare cose da mamma, da moglie, da amica.
Avere come unico mondo materiale a disposizione il trolley, quale prolungamento di te stessa; due natiche su un aereo l’unica certezza.
Cenare con una banana e dei cracker integrali e pensare che é meraviglioso.
Perdersi nei vicoli. Immaginare storie, dei passanti, dei ponti; sentirle, quasi fossi certa che sono accadute. Subire il fascino dei luoghi.
Spiare cosa mangiano gli altri clienti a colazione.
Truccarsi e mettere il tacco 12. Sentire lo sguardo degli uomini su di sé.
Distendersi a 4 di spade su un letto di albergo di lusso in una città prima di quel momento sconosciuta.
Fissare il soffitto bianco in contemplazione come fosse un cielo stellato.
Sentirsi soli, a tratti. Provare malinconia. Ricevere piacere dallo sguazzarci dentro.
Essere un animale selvatico. Libero.
Una trasferta inaspettata. I Piccoli momenti di felicità che avevo dimenticato. L’altra me che riaffiora e sorride in modo impercettibile, appagata.
Ogni tanto tocca darle ascolto.
Dev’essere una bella sensazione. È tanto che non mi capita, ma tu la descrivi bene che è quasi come riprovarla di nuovo
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Infatti mi sento così felice di averla vissuta di nuovo!
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Ti ho appena rinviato tutto! Let me know
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