Delirio di un’affamata. Le mie parole a uso e CONSUMO

La tizia che sta conducendo la discussione è un POLENTA, ma io non deMORDO e tengo viva l’attenzione. Quando lo stomaco RUTTA faccio un colpetto di tosse per mascherare.

A parte la tipa, la verità nuda e CRUDA è che stanno dibattendo molto, a tratti volano STRACCETTI. Fino a pochi minuti fa la tensione s’è TAGLIATA con il COLTELLO, alcune posizioni sono sinceramente indifendibili, manco questi fossero del COUS COUS Clan. Per distrarmi mi attacco a  tale atmosfera ansiogena; sembra di essere in un libro di John GRICIA(m), la cosa si fa PICCANTE.

Dopo l’annuncio che non si va a casa fino a quando non si è trovato un accordo, mi si è A CAPONATA la pelle, come se un TEGOLINO mi fosse caduto in testa. Non possiamo fare noi le spese di queste lotte INTESTINALI, non è giusto. D’accordo, è stato fatto un grave errore, ma si può mettere una PIZZA sopra credo.

Almeno facciamo un (PIC NIC) break sennò non capisco più un TUBERO, poi ricominciamo. A pancia piena si ragiona meglio e si è tutti più concilianti. Per questo, in un linguaggio un po’ MACCHERONI, me ne esco nel bel mezzo del deal come il CAVOLO a MERENDA, davanti anche al super CH(i)EF: “Non aggiungiamo CARNE al fuoco. Fermiamoci e lasciamo DECANTARE le idee. A MENTA fredda sarà tutto più chiaro; in fondo, domani è un altro FORNO!”

Oh, non ci crederete, ma se la sono BEVUTA. Diciamolo, non era un intervento che MORDEVA, ma hanno MANGIATO la foglia. E domani, strategia: li facciamo un po’ CUOCERE nel loro BRODO e poi ce li FAGOCITIAMO per COLAZIONE. E se non ci stanno a sentire, gli diamo il BEN SERVITO.

Scherzo, non sono così cattiva. Ho solo fame. Però, dovete ammettere che era un piano GHIOTTO.

Dedicato a chi mangerebbe tutti i commensali attorno al desco e pure il desco stesso, ma deve sorridere e pensare ad aprire le fauci solo per favellare, al massimo sorridere.

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Questi sono i meeting che ci piacciono. Mica pizza e fichi, appunto! (che poi a me, pizza e fichi, piace pure un botto!)

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