La felicità all’improvviso

Giornata storica, potrei quasi piangere dalla gioia.Chi vive a Roma può capirmi [tutti gli altri sono pregati di compatirmi]:trovare un pediatra decente e libero è come andare a caccia di tartufi in un campo di grano, impossibile. Se non ti muovi nei primi giorni di vita del neonato sei praticamente fottuta a vita; ti ritrovi a consultare la pagina POS Lazio tutti i giorni invano, tu piccola illusa, ché col ciufolo che le mamme previdenti mollano quei 2-3 nomi papabili nell’arco di 10 km. Medici della mutua bravi e disponibili nella capitale sono specie in via di estinzione, come i panda aggrappati all’alberello del simbolo della WWF.

E infatti tu hai imparato a farne a meno. Quando inizia ad avere la tosse, strizzi gli occhi forte forte e preghi preghi preghi finché non degenera in bronchite. Quando ha la febbre alta, prendi la tachipirina nelle mani e inizi a recitare una formula antica che ci si tramanda di generazione in generazione e poi con decisione gliela infili nel sederino e preghi preghi preghi che non duri più di 3 giorni.

Quando ti accorgi che forse hai giocato un po’ troppo al “provo a fare il dottore tanto c’è Dr Google”, frustratamente ti rechi al pronto soccorso pediatrico con sacco a pelo e viveri per circa 2 giorni, sapendo in anticipo che ne uscirete più ammaccati di prima.

Ebbene reggetevi forte, davvero i miracoli esistono. Un giorno arriva un messaggino da un angelo che sa che stavi aspettando: La pediatra brava è libera. LA-PEDIATRA-è-LIBERA, non so se mi spiego.

Realizzo che ho pochi secondi, mi collego, hanno cambiato il portale mortacci loro, devo registrarmi via pec, per accettarmi ci metteranno come minimo 3 giorni, ora stanno chiudendo non faccio in tempo ad andare fisicamente, mannacc la miseria domani è pure festa, ho perso l’unico treno che sta passando su questo binario. Devo pensare a qualcosa di intelligente, subito!

Deciso, strategia compassionevole.

Call center ASL. Tu-tu-tu, figurati se rispondono.

“Pronto?”

Oddio che EMOZIONE. È la prima volta che qualcuno mi risponde. Trattieni la commozione Tiffany, c’è una guerra da vincere.

“Salve, devo iscrivere mio figlio, ho visto che si è liberata la dott.ssa X ma non faccio in tempo a venire lì e il portale blablabla, non è che posso farlo per telefono?” “No signora, non si può” “Sì lo so lei ha ragione, ma davvero non sa da quanto aspetto questo momento, lei sa che è questione di minuti e i posti finiscono e allora io dovrò continuare per chissà quanti altri anni a blabla e davvero, non so se lei ha figli, ah li ha, bene, allora può capire e quindi blabla Sisi ha ragione guardi anche io mi indigno sempre e blabla. No, macché non mi arrendo mai per natura è che per un attimo ci avevo creduto e niente blabla…

Ed è lì che Roma, benevola e sorprendente, spalanca le sue robuste braccia e ti accoglie, coccolandoti in un caldo abbraccio.

La vita è bella. Il sole splende alto nel cielo e io ho offerto spremuta e caffè a chiunque mi si parasse innanzi.

Perché se il mondo ti strizza l’occhio, tu hai il sacro dovere morale di ricambiarlo e irradiare giubilo a 58 denti.

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