Il tempo libero che non c’è

Ragazzi, chiariamo prima di iniziare con il piede sbagliato, ché qui è tanto che non scrivo e ho perso la mano: io sono davvero felice per voi che “finalmente riesco a dedicare tempo a cose che prima mai nella vita per via del corri corri“, davvero. E vi stimo anche.

Ma ho bisogno di sentire che non sono solo l’unica ad arrivare a sera sfranta e

senza essere riuscita a dedicare un minuto a sé stessa. 

Ad onor del vero no, un altro sicuro c’è ed è mio marito, quel poveraccio che non appena mette piede a casa viene inondato di (male) parole e subisce il lancio dei figli, ché devo correre a lavorare.

Perché si chiama smart working, ma in tempi di Covid è tutto tranne che working. O meglio, sei tu che devi farti smart più possibile per non far notare che ci sei ma non ci sei, che mentre il tipo parla di cose serissime tuo figlio (piccolo) si sta lanciando dal tavolo per sperimentare la gravità o (grande) testa quanta cioccolata possa contenere un corpo senza finire in ospedale.

Hai imparato

a fare gli sguardi laser-inceneritori instantanei

le urla fortissime contenute in un lasso temporale compatibile con il muto

seguite dal ritorno in tono pacato allegro andante da serial killer

la carezza sbrigativa con sorriso finto dello sbrigati che non ho tempo di processare quello che mi stai dicendo.

Sei diventata dissociata, alterni momenti di rabbia da telefono azzurro (di cui ti spaventi pure tu) a lampi di amorevole e ostinato accanimento nei confronti del lavoretto CHE DEVE essere perfetto in quanto deputato a nutrire l’anima della prole, normalmente abbandonata ad appiccicare figurine per ore [tranquilli, la Panini non fallirà. Ci sto pensando io].

Questo quadretto da mulino bianco trova la sua cornice in una casa devastata dalla presenza di subumani annoiati, affamati (6 pasti al giorno, 6!) e poco inclini all’ordine e da un miliardo di panni stesi e da stirare lungo il percorso di guerra. [Ma dite che davvero ci sono persone che tanta la noia stanno pensando di fare il cambio di stagione?!] 

Leggi un libro, approfitta per fare i corsi online, dipingi, fai ginnastica, dicono. E invece ogni sera alle 22, quando cala il silenzio, inizia il ticchettio laborioso del vero lavoratore, “l’ora delle mamme”come la chiamiamo, in cui si tenta di recuperare.

Che dite, inizio a fumare o mi rifugio nel vecchio amico alcool?

17 pensieri su “Il tempo libero che non c’è

  1. Hai tutta la mia stima. Il 27 rientro al lavoro dopo la maternità e mi sento male già adesso. Comunque ho una bimba di quasi 8 mesi e io mi sveglio ogni giorno con le migliori intenzioni di combinare qualcosa, sempre se la notte sono riuscita a dormire almeno qualche ora, altrimenti ci rinuncio proprio. Invidio chi riesce a dedicarsi del tempo perché la mia bimba dorme poco di notte e meno ancora di giorno.. tranne addosso a me, lì dorme benissimo 🙄

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