Agli ex che ritornano

Domenica al paesello, lo struscio delle famiglie, i bimbi che corrono felici sul prato, no sui sampietrini [Georgie sei sempre nel mio cuore].

Incrociamo l’ex con rispettiva prole, sono anni che non ci vediamo perciò ci fermiamo a parlare come due vecchi conoscenti [in fondo, quando passa un lasso temporale sufficiente a sbollire i rancori (ove presenti), che differenza c’è?]: risate, convenevoli, qualche aneddoto curioso e saluti. Dal mio punto di vista un incontro inaspettato relegato nella categoria dell’indifferenza, dopo un minuto l’avevo già scordato [non ha fatto parte neanche dei racconti alle amiche, per dire].

Dr. ❤: Mi gioco gli attributi che ti manda un messaggio.

Io: Ma che dici?! E per dirmi cosa? Sei incredibile, sempre convinto che stanno tutti a pensarmi.

Dr. ❤: Scommettiamo? Ne sono certo. Conosco la specie.

Io: Ok, ma sappi che vincerò io, anche perché ci tengo ai tuoi attributi, sai com’è. In ogni caso non ha alcun senso.

I giorni scorrono veloci, il cellulare è muto e ho persino dimenticato la scommessa. Poi venerdì dopo pranzo [«dopo che ci ha pensato tutta la settimana» sorride sotto i baffi mio marito, profondo esperto della materia e non voglio sapere perché]… tin tin.

Ciao Tiffany, scusami se ti disturbo ma vorrei chiederti una cosa, puoi dirmi quando posso chiamarti? Grazie.

Allora bello di casa, parliamone. Continua a leggere