Sfiga, esci da questo corpo!

La mia giornata da dimenticare è oggi, e sono ancora le 16. Mi sento come in Final Destination, solo che a perseguitarmi [per ora e] meno male c’è la Sfortuna.

Mi sveglio e contemporaneamente spalanca gli occhi anche Lui, furastico. Una lotta greco-romana per vestirlo e infilarlo a forza nel passeggino. Quando chiudo il portone, grondo già di sudore e fuori ci sono più di 20 gradi.

L’ottimista che è in me non si arrende e impavida percorre con decisione e destrezza gli accidentati marciapiedi capitolini, canticchiando a mezz’aria PERFECT DAY di Lou Reed [doh, ironia della sorte]. A dispetto del caldo, sente un piacevole freschetto arrivare da tergo e se ne compiace, finché non inizia a interrogarsi circa la provenienza di questa strana giannetta nel posteriori. Continua a leggere