La mia giornata da dimenticare è oggi, e sono ancora le 16. Mi sento come in Final Destination, solo che a perseguitarmi [per ora e] meno male c’è la Sfortuna.
Mi sveglio e contemporaneamente spalanca gli occhi anche Lui, furastico. Una lotta greco-romana per vestirlo e infilarlo a forza nel passeggino. Quando chiudo il portone, grondo già di sudore e fuori ci sono più di 20 gradi.
L’ottimista che è in me non si arrende e impavida percorre con decisione e destrezza gli accidentati marciapiedi capitolini, canticchiando a mezz’aria PERFECT DAY di Lou Reed [doh, ironia della sorte]. A dispetto del caldo, sente un piacevole freschetto arrivare da tergo e se ne compiace, finché non inizia a interrogarsi circa la provenienza di questa strana giannetta nel posteriori.
Con lentezza e nonchalance alza la manina destra e delicatamente la porta sulle natiche carezzandole, quasi fosse segretamente innamorata del suo lato B. Con sommo orrore e disappunto scopre che – ebbene sì – stava beatamente camminando con le chiappe al vento e realizza voltandosi, con un poco di delusione, che nessuno stava lì a guardargliele [okay, in realtà lì per lì ne sono stata molto sollevata, ma ora mi sto incazzando]. Rigira, si cambia in fretta e furia e sospira: erano i pantaloni “comodi”. I bracconieri Dieta e Sport sono venuti a stanarla, ormai non ha più scampo, deve arrendersi. D’altronde, ha toccato il fondo e non può che risalire [e fu così che divenne come Tiziano Ferro ai tempi della scuola].
Prima di riprendere il cammino, afferra al volo la bolletta nel frattempo depositatasi nella sua cassetta e vola a lavoro, ancora fiduciosa.
Alle 11.00 ha una conference call molto importante e già alle 9.30 comincia ad armeggiare con il computer per vedere se tutti gli aggiornamenti sono a posto, webcam e cuffie funzionano, i documenti sono dove devono essere [bisogna prevenire gli incovenienti]. Alle 10:50 si collega. Loro sono già online, si salutano, sorrisi e convenevoli e ZAC! computer BLU. Anzi, che dico blu, azzurro oceano. Si precipita nella stanza del vicino, cerca invano di convincerlo che ha bisogno del suo pc, ma niente [stronzo]. Dopo 10 minuti convince una collega a prestarle la sua postazione per due ore (il che per lei vuol dire non lavorare), entra, si collega e ..
- possono reciprocamente vedersi OK,
- Lei li sente OK,
- loro non la sentono NON OK: il maledetto audio non funziona.
Attivano una chat in cui lei comunicherà per iscritto.
Risulta abbastanza agevole immaginare l’efficacia del suo intervento [a parte i segnali di fumo, ho fatto di tutto per ricordar loro di guardare ogni tanto in basso sulla barra lampeggiante, e non sto qui a narrare con quali risultati] e la faccia del suo capo quando glielo dirà.
Esausta, ringrazia la collega, torna in stanza, mangia un panino freddo e unto e si butta sulla sedia ormai allo stremo delle forze.. quando si ricorda che può compiere, oggi, almeno un’azione utile: pagare la bolletta. Apre svogliata la busta e.
Musichetta di fine visione, titoli di coda. Dal pianeta Terra per oggi passo e chiudo.
Resta solo da capire:
- chi è che sta armeggiando con quella dolce bambolina voodoo;
- come faccio ad arrivare a fine giornata.
(Prima immagine presa da http://www.keepcalm-o-matic.co.uk)
Almeno il cassonetto ce l’hai vicino a casa? 😁
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A questo prezzo esigo il servizio al piano!! Confido in un errore della PA 🙂
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Te lo auguro 😁
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Immagino…
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Alla faccia! Ma c’erano degli arretrati?
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Si, ma approfondiamo. Lo scopriremo solo vivendo
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