Viaggiatori business felici/Welcome back

E niente, here we are viaggiatori business, on board again. Aspettando al gate di imbarcarmi, con il laptop collegato nella colonnina work, che fa tanto figo anche se stai cazzeggiando allegramente.

In questi due giorni ho capito che ho tanto entusiasmo, ma zero fisico.

È bastato alzarmi alle 4 causa imbarco all’alba per avere un mal di testa che neanche dopo l’hangover di Una notte da leoni. Sembrava che sulla mia testa ci fosse un lottatore di sumo che ogni 20 secondi strisciava bene le sue enormi chiappe sui vari lobi del cervello. Tutto questo all day long.

Keep the faith, diceva la mia coinquilina spagnola con un master in Leisure&Entertainment. Dunque non mi sono lasciata abbattere e dopo una lunga giornata sono comunque uscita per un drink. Anche perché –frankly speaking -quando mi ricapita di stare child-free? Pensando che potesse giovare, mi sono attaccata con tutta la foga che posseggo a un Riesling davvero niente male lasciando basiti i miei compagni di tavolo, che a quel punto avrebbero voluto allontanarsi dalla qui presente me medesima. Hey guys relax, ci conosce mica qualcuno?! Ah a voi sì. Giusto.

Poi ho avuto un’idea brillante, come solo a Tiffany possono venire: non è che il mal di testa dipende dalla fame? Stay foolish ok, stay hungry anche no. Questi stranieri si nutrono per dovere, io invece ho proprio bisogno delle calorie, capito? Se non mangio ogni tot ore sto male, come vedete. [Saggi spunti country-based]

Addento quindi un meglio non identificato sandwich con chicken AND chilli AND whatever [nel senso proprio che c’era la qualunque] e poi torno in conversazione.

Errore, Tiffany, ERRORE.

Eppure non sei una pivellina. La tua bocca non è più la stessa e tu lo sai. LO SENTI. Così come lo sente anche chi ti sta accanto, che nel frattempo è diventato biondo platino. Infatti con una scusa switcha il posto con la mia amica, che in quanto amica deve by definition rimanerti vicino sempre, a qualunque costo.

E invece Lucky you myfriend, sono costretta a tornare in hotel, il mal di testa è triplicato se possibile. Il lottatore di sumo deve aver chiamato tutta la crew, alla faccia delle mie considerazioni.

Fino alle 2 di notte a fissare il soffitto con gli occhi spalancati what the fuck! e poi finalmente knock out. L’oblio.

Morale della storia: se il meeting è alle 9, cara Tiffany, please non fare l’eroina, si parte la sera prima. L’intento di stare una notte in più a casa è lodevole, ma non fa per te. Not anymore.

Ps. L’obiettivo di questo post era farvi incazzare come picchi arrabbiare; bastano due giorni di full immersion e l’italenglish – contro cui abbiamo inveito tutti insieme – bussa alla mia porta. Gosh, not my fault!

12 pensieri su “Viaggiatori business felici/Welcome back

  1. Ahahahahahahah, here I am, lieta di rivederti e di rileggerti, o mia nobile cazzeggiatrice!
    Chi sono moi, queen of the italfrenglish, per poter aggiungere anything more all’ovvio anche se, a parer mio, niente è più cool di una bella frase con la punteggiatura corretta.
    E buttate qualche virgola, suvvia: the more, the merrier!

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  2. Andai e tornai, darling, e ora torno a cazzeggiare con spirito ardito e indefesso.
    Magari everybody facessero l’uso della virgola come fai tu! Il mio motto è: prima impara la tua lingua madre a modino, grammatica compresa, poi adopera tutto il melting pot che ti pare e perdincibacco!

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  3. Io odio viaggiare in aereo. L’alzata presto mi distrugge. Arrivo in aeroporto come una zombie. Poi appena mi siedo immagino una bella dormita e dopo il decollo mi abbandono del tutto ma…. Ma ecco che inizio a sentire tutti i rumori del motori e di persone che parlano e poi la luce dal finestrino e… Alla fine mi giro erigiro ma non se ne parla di dormire. Quindi immagina che stress per me un viaggio di 9 ore per il Canada… Ho guardato tutti i film a raffica, con la sola pausa del pranzo, e dopo ho odiato quel viaggio perchè sapevo che avrei dovuto farmi altre 9 ore al ritorno. 😫

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